Nonuccio Anselmo
è un giornalista professionista. La sua terra - la Sicilia - l’ha girata in lungo e largo, di giorno e di notte, inseguendo tragedie e qualche volta, ma molto raramente, avvenimenti lieti. Dell’Isola non raccontata si è ricordato quando ha lasciato il Giornale di Sicilia, dove ha praticamente vissuto per quarant’anni. Prima, agli esordi, nella redazione di Trapani, poi alla sede centrale di Palermo, da dove ha seguito da inviato i principali fatti degli anni settanta, ottanta. Negli anni successivi è stato a capo di diversi servizi del giornale, fino a diventare redattore capo e segretario di redazione.
Il suo incontro con la vita è avvenuto però in un molto chiacchierato paese del palermitano, celebrato per anni dalle cronache come “capitale della mafia”. Corleone era il paese del padre e qui ha vissuto la fanciullezza e un primo pizzico di gioventù. Siccome però la nomea di quel paese era piuttosto esagerata se riferita alla grandissima parte del suo tessuto umano, a Corleone è sempre rimasto molto legato, tanto da dedicargli diverse pubblicazioni, sulla storia, la vita e le tradizioni, tutte cose che davano perfetta sostanza a una collocazione mozzafiato tra bastioni di calcare, cascate e canyon che avevano sbagliato posto nel mondo, scambiando quel pezzo di Sicilia con il profondo west americano.
Quando ha lasciato il giornale, però, non ha lasciato la scrittura, anzi, adesso che non c’erano più vincoli di spazio e di verità, molte di quelle storie incontrate per caso per le strade di Sicilia e del paese della gioventù, gli sono tornate incontro chiedendo finalmente udienza. Così sono nati, oltre a una serie di racconti, otto romanzi: “Farmacia Bisagna”, “I leoni d’oro”, “I campieri di Cristo”, “Nostalgia della luna”, “Scarafaggi maculati”, “L'erba nera della notte”, “I figli del deserto” e “La casa dorata”. E cercando di farsi mancare il meno possibile, ha scritto anche qualcosa per il teatro oltre a dare un po’ di conto all’antico amore per la fotografia. Adesso alla memoria sono tornati pezzi iniziali di quella gioventù, attorno a un catuso. Non è verità, ma c’è una elementare filosofia di vita nata incredibilmente attorno a un tubo di ghisa.