Rita Loreti nasce a Roma nel 1974. Cresciuta nella periferia romana, in un ambiente familiare umile e dignitoso, caratterizzato da difficoltà quotidiane legate al disturbo schizoaffettivo di cui era ammalato suo padre, sviluppa una spiccata emotività e sensibilità caratteriale, che diventano tangibili nella poesia “Ansia”. Il tema dell’accettazione della fragilità umana, come unico mezzo per il perdono di se stessi e degli altri dinnanzi all’errore, riecheggia in tutta la sua produzione poetica. Concetto esplicato in poesie quali “Umanità” e “Santa Maria della Pietà”. Fin da bambina, infatti, demonizza tramite la scrittura di poesie, il disagio ambientale e relazionale, di cui si sente vittima. Nascono poesie come “Macelleria”, “Case” e ”Domenica” . Sono le letture di autori illustri, quali Marcel Proust, Sigmund Freud, Jean-Paul Sartre a tenerle compagnia in tutta la fase adolescenziale e ad influenzare il suo modo di percepire l’esistenza. Ne sono un esempio, “Rimpianti” e “Piano Terra”. Nel 2009 diventa madre e percorre attraverso la crescita di sua figlia, quei sentieri infantili di gioia, a cui a suo tempo, dovette rinunciare. Scrive “A mia figlia” , “Madre” e “Di che colore sei?” Oggi, l’autrice è una donna consapevole che si è rappacificata con il passato.
Nella poesia “Livido” l’ ultima nata, utilizza la metafora di un fiore, per descrivere la possibilità che ha il dolore, opportunatamente rielaborato, di elargire amore.