Moreno Piras nasce a Cagliari nel 1979.
Nell’estate del 2001, subito dopo una dimissione dall’ospedale Moreno vagava nelle strade di San Sperate. Attratto dalla chiesa dedicata all’omonimo santo decide di entrare. All’ingresso legge una frase di Giovanni Paolo II che recita: “fate della vostra vita un capolavoro”. Questa frase accende in Moreno il desiderio di iniziare a scrivere. Prende dal cruscotto della macchina carta e penna si siede sulla panchina della piazza e scrive la sua prima poesia dal titolo “Vesto l’abito dei miei sogni”. Da allora il desiderio di mettere nero su bianco le sue emozioni non si è mai placato. Moreno continua a scrivere e oggi ci regala le sue opere che raccontano la sua vita. Introspezione e amore per la vita nonostante la malattia: questo raccontano le poesie di Moreno. La bellezza di svegliarsi presto la mattina e aspettare l’alba. Alti e bassi, e la domanda delle domande: “Chi sono?” Compagnia, solitudine, amicizia, legami stretti e fragili. Di chi resta e di chi sparisce nel nulla. “Il nulla”, parola che Moreno sente crescere mentre cammina per strada. Il nulla che lo inghiotte rendendolo invisibile. Società che esclude e non include. E poi c’è la poesia che abbraccia chiunque, che colora le parti sbiadite e che permette una nuova nascita. Alla fine tutti sono “Persone come noi”, alla ricerca di ciò che non si afferra eppure c’è. La poesia che rende tangibile l’intangibile. La poesia che rende concreto il pensiero a volte astratto e confuso. La poesia che lega i versi l’uno all’altro attraverso una presenza discreta e incoraggiante che tesse le parole cucendole l’una con l’altra.
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